
Per aspera ad astra.
Cantiere Multipolare
Un progetto culturale per la Visione Multipolare
«È estremamente importante capire che è iniziata una nuova fase ricca di sfide, provocazioni e complessità. Il processo di creazione del multipolarismo, di strutturazione dei blocchi civili e di dialogo tra di essi è il compito principale di tutti gli intellettuali di oggi» — Darya Dugina, Confini e frontiere.
Nell’epoca della crisi epistemologica occidentale, dove la modernità ha perso le proprie fondamenta ontologiche dissolvendosi nel postmoderno, emerge la necessità di un nuovo paradigma. Cantiere Multipolare nasce come risposta a questa urgenza: un dispositivo teoretico e operativo che mira alla riattualizzazione di una visione filosofico-politica fondata sulla pluralità delle civiltà.
Il progetto trae ispirazione dal pensiero di Aleksandr Dugin e dalla sua critica articolata della globalizzazione unipolare, contrapponendovi una concezione delle “civiltà emerse” chiamate a riaffermare i valori della sacralità e della Tradizione. Questa prospettiva si inscrive nella genealogia del pensiero tradizionale che, da René Guénon a Julius Evola, ha individuato nella modernità una fase discendente del ciclo cosmico. A questa visione si affianca la lezione di Antonio Gramsci, la cui teoria dell’egemonia culturale offre strumenti imprescindibili per comprendere la posta metapolitica in gioco nel nostro tempo: il conflitto per la definizione dell’immaginario, dei valori e delle strutture simboliche che orientano la prassi storica.
Cantiere Multipolare si distingue per la sua metodologia interdisciplinare che integra diversi livelli gnoseologici ed espressivi. Il progetto connette filosofi, geopolitologi, letterati, artisti visivi, musicisti e poeti in un quadro concettuale corale e coerente, fondato sul principio ermeneutico secondo cui la conoscenza emerge dalla convergenza di molteplici approcci verso un centro metafisico unitario.
L’uomo multipolare incarna una modalità esistenziale integrale che trascende la dimensione estetica per riconnettere l’esperienza umana con l’orizzonte del trascendente. È la “libertà creatrice” di Nikolaj Berdjaev, la potenza dello spirito capace di trasfigurare il mondo in senso metastorico, affermando una rivoluzione interiore radicata nel trascendente. L’uomo è libero perché partecipa del divino, perché è ponte tra il visibile e l’invisibile. In questa prospettiva, ogni atto di creazione autentica è un atto sacrificale, un’offerta che redime il mondo dalla sua opacità e lo riconduce alla luce originaria.
Il mondo multipolare è il mondo dove lo spirito ritorna a essere principio attivo della storia, dove la politica diventa liturgia e la cultura si fa rito di reintegrazione.
Questa attitudine si oppone alla deriva quantitativa contemporanea, culminata nella smaterializzazione digitale e nell’iperindividualismo narcisistico. Gli avatar digitali e le identità virtuali rappresentano la cristallizzazione di un processo dove l’individuo, moltiplicato in una pletora di rappresentazioni, consuma la propria sostanza qualitativa in una dispersione quantitativa infinita.
L’attitudine multipolare configura una sintesi che recupera la dimensione transpersonale potenziandola attraverso la connessione con l’universale. Come osservava Lunačarskij, si tratta di “illuminare tutti gli aspetti della vita odierna con la luce della critica spietata del nemico cosciente del vecchio mondo che lotta per il nuovo”.
La concezione comunitaria che ne deriva riconosce che l’autorealizzazione personale avviene attraverso la partecipazione organica a una comunità di destino, dove “per la libertà della collettività organica si accetta consapevolmente una rigida disciplina, abbandonando certe opportunità individuali”.
L’espressione conoscitiva di questa attitudine si manifesta in quello che Jurij Vital´evič Mamleev definisce “realismo metafisico”: una rappresentazione dell’uomo e del mondo che include l’attiva intrusione di realtà metafisiche, la comprensione filosofica o intuitiva della realtà e l’ampliamento dei confini della conoscenza fino ai limiti estremi della ragione e dell’intuizione umana.
Questo approccio si distingue radicalmente dal postmodernismo, caratterizzato dall’ironia come principio e dal rifiuto o perversione della conoscenza spirituale.
In ambito educativo, Cantiere Multipolare si configura come laboratorio dinamico di elaborazione teoretica corale che supera la frammentarietà delle interpretazioni individuali per recuperare una visione dell’essere umano come totalità al servizio della comunità in un cosmo significativo.
La dimensione spirituale-iniziatica viene riattualizzata in opposizione al riduzionismo pedagogico contemporaneo volto all’acquisizione di mere competenze misurabili, opponendovi la valorizzazione del potenziale creativo, spirituale e relazionale specificamente umano attraverso la verticalizzazione dell’individuo secondo le leggi dello spirito.
Cantiere Multipolare propone una nuova modalità di essere nel mondo che recuperi quella “ferrea integrità della nuova anima — l’anima del combattente — il suo coraggio senza limite, la sua fondamentale gaiezza, la serenità” di cui parlava Lunačarskij.
Il progetto si configura come laboratorio per l’elaborazione di una nuova sintesi culturale che, partendo dalla critica radicale della modernità, si propone di gettare le basi per un dialogo concreto, creativo e transculturale tra le “civiltà emerse”. Opera su un piano metapolitico attraverso l’elaborazione di categorie concettuali e strumenti culturali volti alla decostruzione del paradigma unipolare e alla riaffermazione di una visione del mondo fondata sulla pluralità delle civiltà.
Diego Cinquegrana
Bibliografia essenziale
- Aleksandr Dugin, Il mondo multipolare — Dall’idea alla realtà, AGA Editrice, Cusano Milanino 2025.
- Aleksandr Dugin, I Templari del proletariato – Metafisica del Nazional-bolscevismo, AGA Editrice, Cusano Milanino 2021.
- René Guénon, Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi, Adelphi, Milano 2009.
- René Guénon, La crisi del mondo moderno, Edizioni Mediterranee, Roma 2015.
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Cantiere Multipolare
A cultural project for the Multipolar Vision
«It is extremely important to understand that a new phase full of challenges, provocations and complexities has begun. The process of creating multipolarity, of structuring civilizational blocs and of dialogue between them is the main task of all intellectuals today». — Darya Dugina, Confini e frontiere.
In the age of Western epistemological crisis, where modernity has lost its ontological foundations by dissolving into postmodernity, the need for a new paradigm emerges. Cantiere Multipolare arises in response to this urgency: a theoretical and operational device aimed at the reactivation of a philosophical-political vision based on the plurality of civilizations.
The project draws inspiration from the thought of Aleksandr Dugin and his articulated critique of unipolar globalization, opposing to it a conception of the “emergent civilizations” called to reaffirm the values of sacredness and Tradition. This perspective belongs to the genealogy of traditional thought which, from René Guénon to Julius Evola, identified modernity as a descending phase of the cosmic cycle. Alongside this vision, we find the contribution of revolutionary thinkers such as Antonio Gramsci, whose theory of cultural hegemony offers essential tools for grasping the stakes of today’s metapolitical struggle: the battle over the definition of imagination, values, and symbolic structures that orient historical praxis.
Cantiere Multipolare is distinguished by its interdisciplinary methodology that integrates different gnoseological and expressive levels. The project connects philosophers, geopoliticians, literary scholars, visual artists, musicians and poets in a choral and coherent conceptual framework, founded on the hermeneutic principle that knowledge emerges from the convergence of multiple approaches toward a unified metaphysical center.
The multipolar man embodies an integral existential mode that transcends the aesthetic dimension in order to reconnect human experience with the horizon of the transcendent. It is the “creative freedom” of Nikolaj Berdjaev, the power of the spirit capable of transfiguring the world in a meta-historical sense, affirming an inner revolution rooted in the transcendent. Man is free because he partakes of the divine, because he is a bridge between the visible and the invisible. In this perspective, every act of authentic creation is a sacrificial act, an offering that redeems the world from its opacity and leads it back to the original light.
The multipolar world is a world in which spirit once again becomes an active principle of history, where politics becomes liturgy and culture becomes a rite of reintegration.
This attitude stands in opposition to the contemporary quantitative drift, culminating in digital dematerialization and narcissistic hyper-individualism. Digital avatars and virtual identities represent the crystallization of a process in which the individual, multiplied in a plethora of representations, consumes their qualitative substance in an infinite quantitative dispersion.
The multipolar attitude constitutes a synthesis that retrieves the transpersonal dimension by enhancing it through connection with the universal. As Lunacharsky observed, it is a matter of “illuminating all aspects of today’s life with the light of ruthless critique by the conscious enemy of the old world who fights for the new one.”
The communitarian conception that derives from this recognizes that personal self-realization occurs through the organic participation in a community of destiny, where “for the freedom of the organic collectivity, one consciously accepts a strict discipline, abandoning certain individual opportunities.”
The cognitive expression of this attitude manifests in what Jurij Vital’evič Mamleev defines as “metaphysical realism”: a representation of man and the world that includes the active intrusion of metaphysical realities, the philosophical or intuitive understanding of reality, and the expansion of the boundaries of knowledge to the extreme limits of reason and human intuition.
This approach radically differs from postmodernism, characterized by irony as a principle and by the rejection or perversion of spiritual knowledge.
In the educational sphere, Cantiere Multipolare is configured as a dynamic laboratory of choral theoretical elaborationthat overcomes the fragmentation of individual interpretations to recover a vision of the human being as a totality in service to the community within a meaningful cosmos.
The spiritual-initiatory dimension is reactivated in opposition to the contemporary pedagogical reductionism aimed at the acquisition of mere measurable skills, opposing to it the valorization of the specifically human creative, spiritual and relational potential through the verticalization of the individual according to the laws of the spirit.
Cantiere Multipolare proposes a new mode of being in the world that retrieves that “iron integrity of the new soul — the soul of the fighter — its boundless courage, its fundamental cheerfulness, its serenity” of which Lunacharsky spoke.
The project is configured as a laboratory for the elaboration of a new cultural synthesis which, starting from a radical critique of modernity, aims to lay the foundations for a concrete, creative and transcultural dialogue among the “emergent civilizations.” It operates on a metapolitical level through the development of conceptual categories and cultural tools aimed at the deconstruction of the unipolar paradigm and the reaffirmation of a worldview based on the plurality of civilizations.
Diego Cinquegrana
Essential bibliography
- Aleksandr Dugin, Il mondo multipolare — Dall’idea alla realtà, AGA Editrice, Cusano Milanino 2025.
- Aleksandr Dugin, I Templari del proletariato – Metafisica del Nazional-bolscevismo, AGA Editrice, Cusano Milanino 2021.
- René Guénon, Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi, Adelphi, Milano 2009.
- René Guénon, La crisi del mondo moderno, Edizioni Mediterranee, Roma 2015.
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