Descrizione prodotto
Negli ultimi anni è rifiorito l’interesse nei confronti di Berto Ricci, singolare figura di intellettuale e uomo d’azione al contempo, approdato al fascismo dopo un’esperienza anarchica. Questo libro a più voci cerca di ricostruirne il percorso umano, politico e culturale: dotato di vasta cultura (fine matematico e insieme grande umanista) e di estrema generosità, fiorentino passionale e impetuoso, Ricci è il portavoce ideale della rivoluzione annunciata dal fascismo. Una rivoluzione che doveva essere universale e posta in contrapposizione all’universalismo anglosassone, una rivoluzione scevra da stolti ed isterici nazionalismi che mortificavano la grandezza della civiltà romana.
Profondamente sensibile alle istanze popolari e tuttavia lucidamente consapevole della necessità di gettare un ponte fra le classi, per ricomporre la secolare storia frammentata dell’Italia finalmente unita, Ricci vede in questo la vera, la sola, l’unica Rivoluzione che lui stesso sognava e che il fascismo non riuscì a realizzare compiutamente. Coerente fino alla fine, Berto Ricci partì volontario all’indomani dello scoppio della guerra e cadde in Cirenaica nel 1941, a 35 anni: lasciava la moglie, due figli, e un posto vuoto nella storia della cultura italiana del XX secolo.
Fondamentale introduzione di Adriano Scianca. In appendice, tra l’altro, la trascrizione di una conferenza tenuta a Firenze da Beppe Niccolai.
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