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Fedeltà feudale

€19.00

di Emmanuel Malynski

Descrizione prodotto

“L’epoca del rispetto dei valori: così possiamo definire il Medioevo. Un rispetto, non imposto ma innato, verso le qualità intrinseche dei caratteri, quindi delle funzioni, superiori. Da ciò discendeva la fedeltà feudale : autentica devozione provata da chi riconosceva, e in essi si riconosceva, i grandi del mondo e le ‘grandezze’ che costoro esponevano. In quell’epoca si rispettavano tutti i valori, a eccezione dei “valori’ di borsa – i soli veramente stimati al tempo d’oggi.” “Grandi e piccoli, ricchi e poveri, uomini dei campi, proprietari e proletari siamo tutti, sotto il riguardo sia individuale che sociale, servi del capitalismo (…) Pagando le imposte sempre crescenti crediamo di compiere un dovere civico: in realtà paghiamo soltanto un tributo al capitale internazionale (…) Senza denaro, non possiamo produrre, consumare, crescere, morire, mangiare, dormire, respirare. E il peggiore dei mali è che tutto questo ha finito per sembrarci affatto normale.”

 

Fedeltà feudale è il titolo che viene dato a questa ristampa del volume di Emmanuel Malynski, Fedeltà feudale e ‘dignità umana’, apparso nel 1976 per i tipi delle Edizioni di Ar. Nella visione controstorica dell’Autore, la ‘dignità umana’ è in verità il guadagno, ovvero la quintessenza del mercante, dell’usuraio, del capitalista: di quelli che sono, per il Malynski, i tipi fondativi, e perciò normativi, del mondo che, attraverso le rivolte democratiche, i movimenti liberali le guerre nazionaliste, è succeduto all’universo della fedeltà feudale, dell’onore. Sono onore e guadagno – dunque idèa e anti-idèa. natura e contro-natura – a disegnare, contendendosene l’anima, il paesaggio della cultura umana.

Il Medioevo si presenta come un paesaggio di città in rovina e sterpi che si smangiavano le strade, di banditi e pestilenze, di leggi che non riuscivano più ad assicurare l’equilibrio sociale e di orde barbariche che irrompevano a creare ancora più scompiglio. Il popolo, funestato dai più diversi terrori, braccato dalla sorte, gettò la maschera e, ammessa la propria incapacità di autonomia, mosse in cerca di protezione: ebbe bisogno di un Signore o del Signore.

Nacquero così quei centri attrattivi che furono i castelli, da un lato, i conventi, dall’altro. Sotto molti aspetti, in origine, ciò che canta la tradizione cavalleresca, e l’animo nobile di oggi decora, era un espediente cui i popolani bisognosi ricorrevano per sopravvivere. Eppure, anche un fenomeno scatenato da un dato di fatto così meschino – la pavidità e pochezza dell’uomo comune – si decantò sino a comporre un’etica fondata sulla fedeltà, la lealtà, l’onore. Sbugiardare le illusioni ideologiche di oggi: questa è l’opera, esemplare nel rivoltare il veleno in farmaco, compiuta da Emmanuel Malynski e dagli autori che ne hanno seguito le tracce.

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