Darya Dugina: Filosofa della Tradizione, Martire del Mondo Multipolare
«Tornare a esistere è sì difficile, eppure è possibile» – Darya Dugina
Darya Aleksandrovna Dugina (1992–2022) è stata filosofa, giornalista, poetessa e militante della Tradizione in tempi di dissoluzione. Figlia del filosofo Aleksandr Dugin e della pensatrice ed editrice Natalia Melentyeva, nasce e cresce in un contesto intellettuale radicale e visionario, erede della controcultura antimoderna russa del Circolo Južinskij e delle correnti esoterico-iniziatiche eurasiatiche.
Fin da giovanissima, si appassiona al pensiero platonico, al neoplatonismo, al perennialismo e alla dimensione artistica come via di conoscenza. Studia filosofia all’Università Statale di Mosca e prosegue la formazione in Francia, dove entra in contatto con i circoli del GRECE e del pensiero identitario europeo. La sua tesi su Proclo Licio Diadoco e l’interpretazione della politica platonica rappresenta non solo un punto di partenza accademico, ma il gesto simbolico della sua piena adesione a un’intellettualità verticale, sacrale, trasformativa. Da quel momento assume lo pseudonimo di Platonova, cifra del suo destino spirituale.
Nel suo breve ma intenso percorso, Darya ha saputo unire rigore teorico e azione metapolitica. Attiva nel Movimento Internazionale Eurasiatista e guida dell’Unione Giovanile Eurasiatica, ha tenuto conferenze in Russia e in Europa, distinguendosi per una capacità unica di parlare ai giovani, risvegliando in essi il senso perduto della vocazione. Le sue riflessioni, la sua arte e la sua vita incarnano un’idea profonda di politica: non come amministrazione tecnica del mondo, ma come dramma sacro, come epifania del Destino.
Nel suo diario – specchio verticale e mappa iniziatica – Darya ci conduce tra abissi e altezze dell’essere, attraversando città metafisiche e costellazioni interiori, nella ricerca del vero fuoco interiore. La sua scrittura si fa soffio, respiro,aria trasparente e sottile, mentre la corsa diventa metafora del moto pendolare tra l’umano e il divino. In lei si uniscono il fuoco dell’azione e la leggerezza dell’anima, l’ardore del sacrificio e la grazia della contemplazione. L’amore che ne emerge non è romantico o individuale, ma cosmico, escatologico, totale. Un amore che la madre di Darya ha definito “troppo grande per stare al mondo”.
La sua morte, il 20 agosto 2022, in un attentato terroristico di matrice globalista, non ha infranto questo cammino ma l’ha consumato e compiuto, innalzandola alla dignità del martire. In quell’atto, Darya ha oltrepassato la soglia che separa l’azione dalla leggenda, il tempo dalla memoria, la vita dalla sua trasfigurazione. Come il Re solare del solstizio che, nel momento della massima luce, inizia la sua discesa verso il sacrificio, così Darya ha sostenuto con la sua stessa fiamma il principio divino, spegnendosi nel mondo per accendersi nell’eternità.
Oggi la sua eredità è un fuoco che arde in chi, nella notte della postmodernità, cerca ancora la via del risveglio. La ricordiamo non solo con commozione, ma con ardore, come si ricordano i poeti-guerrieri, gli spiriti forti, le anime consacrate. In suo nome si compiono atti di bellezza, nascono opere, si aprono vie.
Darya Dugina, Platonova, è ormai parte della costellazione invisibile che guida i cercatori, veglia sugli intrepidi e illumina il percorso di chi ha scelto di non appartenere alla notte.
Alle vittime la memoria, agli eroi l’onore, al mondo l’arte. E con essa, la pace.
Diego Cinquegrana
Darya Dugina: Philosopher of Tradition, Martyr of the Multipolar World
“To exist again is indeed difficult, yet it is possible” – Darya Dugina
Darya Aleksandrovna Dugina (1992–2022) was a philosopher, journalist, poet, and militant of Tradition in a time of dissolution. Daughter of philosopher Aleksandr Dugin and thinker and publisher Natalia Melentyeva, she was born and raised in a radical and visionary intellectual environment, heir to the Russian antimodern counterculture of the Južinskij Circle and to Eurasian esoteric-initiatic currents.
From a very young age, she developed a passion for Platonic thought, Neoplatonism, perennialist philosophy, and for art as a path to knowledge. She studied philosophy at Moscow State University and continued her studies in France, where she came into contact with the GRECE and European identitarian circles. Her thesis on Proclus Lycius Diadochusand his interpretation of Platonic politics was not only an academic starting point, but the symbolic act of full commitment to a vertical, sacred, transformative intellectuality. From that moment on, she adopted the pseudonym Platonova, a sign of her spiritual vocation.
In her short but intense life, Darya managed to combine theoretical rigor with metapolitical action. Active in the International Eurasian Movement and leader of the Eurasian Youth Union, she held lectures across Russia and Europe, standing out for her unique ability to speak to the youth, awakening in them the lost sense of vocation. Her thought, her art, and her life embodied a deep idea of politics: not as technical management of the world, but as sacred drama, as epiphany of Destiny.
In her diary – a vertical mirror and initiatic map – Darya leads us through the depths and heights of being, across metaphysical cities and inner constellations, in search of the true inner fire. Her writing becomes breath, wind, transparent and subtle air, while running becomes a metaphor for the pendular movement between the human and the divine. In her, the fire of action and the lightness of the soul, the ardor of sacrifice and the grace of contemplation converge. The love that emerges is not romantic or personal, but cosmic, eschatological, total—what her mother described as “too great to exist in this world.”
Her death, on August 20, 2022, in a terrorist attack of globalist origin, did not break her path, but consummated and completed it, elevating her to the dignity of martyrdom. In that act, Darya crossed the threshold between action and legend, time and memory, life and transfiguration. Like the solar King at the solstice who, at his peak, begins his descent toward sacrifice, so too Darya upheld the divine principle with her own flame, extinguishing herself in this world to ignite in eternity.
Today, her legacy is a fire burning in those who, in the night of postmodernity, still seek the path of awakening. We remember her not only with emotion, but with fervor, as we remember warrior-poets, strong spirits, consecrated souls. In her name, acts of beauty are accomplished, works are born, paths are opened.
Darya Dugina, Platonova, is now part of the invisible constellation that guides seekers, watches over the brave, and illuminates the way of those who refuse to belong to the night.
To victims, memory; to heroes, honor; to the world, art. And with it, peace.
Diego Cinquegrana
EDITORIA
Da sinistra: Maurizio Murelli, Aleksandr Dugin e Alessandra Colla, Palazzo delle Stelline, Milano 1994.
L’eredità intellettuale e spirituale di Darya Dugina trova una delle sue più autorevoli e fedeli voci in AGA Editrice, casa editrice guidata da Maurizio Murelli, che si pone come portabandiera del suo pensiero in Italia e oltre. Attraverso una selezione rigorosa e approfondita delle opere di Darya, AGA Editrice si impegna a diffondere una visione che non si limita alla dimensione politica, ma abbraccia una prospettiva metafisica e culturale capace di attraversare e sovvertire le trame della modernità.
Nel catalogo di AGA, i testi di Darya emergono come faro di una nuova mobilitazione spirituale, in cui la critica radicale al mondo tecnocratico e nichilista si intreccia con la riscoperta di valori eterni e trascendenti. Maurizio Murelli e la sua casa editrice hanno compreso l’importanza di custodire e rilanciare una voce che incarna la lotta contro il dissolversi delle identità e delle tradizioni, offrendo al lettore contemporaneo strumenti per riconoscere nella figura di Darya non solo una martire e un’eroina, ma soprattutto una pensatrice che spalanca orizzonti di rinascita e resistenza culturale.
Grazie a questo lavoro editoriale, il pensiero di Darya Dugina non è relegato a semplice testimonianza storica, ma si fa viva corrente che attraversa le nuove generazioni, offrendo un modello di impegno profondo e radicato nella sacralità dell’esistenza, in una stagione che richiede coraggio e chiarezza di visione.
PUBLISHING
The intellectual and spiritual legacy of Darya Dugina finds one of its most authoritative and faithful voices in AGA Editrice, the publishing house led by Maurizio Murelli, which stands as the standard-bearer of her thought in Italy and beyond. Through a rigorous and in-depth selection of Darya’s works, AGA Editrice is committed to spreading a vision that transcends the political dimension, embracing a metaphysical and cultural perspective capable of navigating and subverting the threads of modernity.
Within AGA’s catalog, Darya’s texts emerge as a beacon of a new spiritual mobilization, where a radical critique of the technocratic and nihilistic world intertwines with the rediscovery of eternal and transcendent values. Maurizio Murelli and his publishing house understand the importance of preserving and promoting a voice that embodies the struggle against the dissolution of identities and traditions, offering contemporary readers tools to recognize in Darya not only a martyr and an heroine, but above all a thinker who opens horizons of rebirth and cultural resistance.
Thanks to this editorial work, the thought of Darya Dugina is not relegated to mere historical testimony but becomes a living current that flows through new generations, offering a model of profound commitment rooted in the sacredness of existence, in a season that demands courage and clarity of vision.
Abbiamo bisogno di una rivoluzione dello spirito
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EVENTI E CELEBRAZIONI IN ONORE DI DARYA
In tutto il mondo, comunità militanti eterogenee, talvolta lontane per cultura o geografia, continuano a ritrovarsi per celebrare la memoria e l’opera di Darya Dugina. Concerti, mostre, letture poetiche, presentazioni di libri, convegni e performance artistiche si moltiplicano nel suo nome, testimoniando un’eredità viva e poliedrica. Eppure, nel cuore stesso di questa mobilitazione, si avverte il peso di una modernità velenosa, che può alterare anche le volontà più ferme, disgregare persino i vincoli più sinceri. Come l’“operaio” di Jünger, immerso nella tempesta d’acciaio del mondo profano, anche Darya ha affrontato la sfida del tempo presente senza ritirarsi, lasciandosi attraversare dal caos per risalire verso un centro immobile, polare. È in questo gesto eroico, silenziosamente radicale, che il suo esempio si fa luce. Al di là di contrasti e rivalità che talvolta offuscano l’agire collettivo, è proprio nei momenti di condivisione sincera che si rivela la forza di una visione comune. E nella fiamma ardente di Darya — tra le macerie di un secolo smarrito — ritroviamo il senso stesso della nostra navigazione: un cammino oltre il nulla, verso la sacralità ritrovata.
Around the world, heterogeneous militant communities, sometimes distant in culture or geography, continue to gather to celebrate the memory and work of Darya Dugina. Concerts, exhibitions, poetry readings, book presentations, conferences, and artistic performances multiply in her name, bearing witness to a living and multifaceted legacy. Yet, at the very heart of this mobilization, one feels the weight of a poisonous modernity, capable of altering even the most resolute wills, fracturing even the most sincere bonds. Like Jünger’s “worker,” immersed in the steel storm of the profane world, Darya faced the challenge of the present time without retreating, letting herself be traversed by chaos to ascend toward an immobile, polar center. It is in this heroic, silently radical gesture that her example shines as light. Beyond contrasts and rivalries that sometimes obscure collective action, it is precisely in moments of sincere sharing that the strength of a common vision reveals itself. And in Darya’s burning flame — amidst the ruins of a lost century — we find the very meaning of our navigation: a path beyond the void, toward the rediscovered sacredness.